Accertamento e Compliance nell’Era dell’Intelligenza Artificiale: come cambia il rapporto tra Fisco e contribuenti

Grazie al D.Lgs. 13/2024, l’Italia ha introdotto un sistema strutturato di analisi di rischio informatizzate, ovvero modelli di valutazione basati su algoritmi e big data.
Questi sistemi utilizzano in particolare due enormi banche dati:
- 🏦 L’Archivio dei rapporti finanziari, che raccoglie i movimenti bancari e finanziari;
- 🧾 La banca dati delle fatture elettroniche, che contiene milioni di operazioni tra imprese e professionisti.
Incrociando queste informazioni, l’intelligenza artificiale individua profili di rischio fiscale e genera liste selettive di contribuenti che potrebbero presentare anomalie o incongruenze.
In altre parole, non è più solo un controllo “a campione”: è un controllo mirato e predittivo, basato su dati concreti.
💬 Tuttavia, la legge è chiara: il giudizio finale resta umano.
L’intervento di funzionari e ispettori è sempre necessario per validare le segnalazioni prodotte dalle macchine, evitando che errori di calcolo o correlazioni errate producano “falsi positivi”.
Fisco e Guardia di Finanza: collaborazione potenziata
Una delle novità più interessanti è la sinergia tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, che oggi collaborano su piani di analisi di rischio comuni.
Sono state infatti istituite unità di analisi miste, composte da personale di entrambi gli enti, per garantire coerenza e rapidità d’intervento.
Questo approccio integrato consente una visione più completa e coordinata dei fenomeni evasivi e un maggiore scambio di informazioni operative tra i diversi livelli dell’amministrazione (centrale e territoriale).
La nuova frontiera della compliance
Parallelamente all’attività di accertamento, il Fisco sta spingendo sempre di più sulla compliance, cioè sulla collaborazione preventiva con i contribuenti per evitare errori e irregolarità prima che si trasformino in contestazioni.
Un esempio concreto?
👉 La dichiarazione precompilata, oggi sempre più completa grazie ai dati raccolti automaticamente dall’Agenzia delle Entrate.
A questa si aggiungono nuovi modelli di dichiarazione (come l’IVA precompilata) e strumenti digitali che consentono ai contribuenti di interagire in tempo reale con il Fisco.
In futuro, con l’AI, sarà possibile:
- ricevere avvisi preventivi su anomalie o scadenze imminenti;
- ottenere assistenza virtuale personalizzata;
- semplificare la risoluzione di errori o comunicazioni errate.
Tutto questo favorisce una gestione più collaborativa, veloce e trasparente del rapporto fiscale.
Il rischio dei “falsi positivi”
Dietro l’automazione c’è sempre un rischio: quello dei falsi positivi, cioè delle segnalazioni errate.
È il caso di contribuenti che ricevono comunicazioni di irregolarità dovute a:
- pagamenti ravveduti non riconosciuti dal sistema,
- fatture duplicate,
- o mancati abbinamenti di dati tra diverse banche informazioni.
Per questo motivo, la tutela del contribuente resta centrale.
Le nuove norme integrano le garanzie tributarie con quelle della protezione dei dati personali, assicurando che le analisi automatiche siano sempre verificabili, trasparenti e contestabili.
Un Fisco più digitale (ma anche più umano)
Il futuro della fiscalità italiana si muove su due binari paralleli:
- Efficienza tecnologica, grazie all’uso dei dati e dell’intelligenza artificiale;
- Equilibrio umano, attraverso la supervisione, la tutela e la comunicazione chiara con il contribuente.
È una rivoluzione silenziosa, sostenuta anche dai fondi del PNRR, che mira a rendere il Fisco non solo più forte contro l’evasione, ma anche più “intelligente” nella gestione dei rapporti con cittadini e imprese.
In sintesi:
L’intelligenza artificiale cambierà profondamente il modo in cui vengono gestiti i controlli fiscali e le relazioni con il contribuente.
Ma il successo di questa transizione dipenderà da un principio fondamentale:
👉 la tecnologia deve servire l’uomo, non sostituirlo.











