ATECO 2025 e Regime Forfettario Multiattività: cosa cambia e come gestirlo al meglio

Il regime forfettario è ormai una delle formule fiscali più amate da professionisti e piccoli imprenditori italiani.
Semplice, conveniente e con una burocrazia ridotta all’osso, permette di pagare le imposte con una percentuale fissa applicata ai ricavi, invece che sul reddito effettivo.
Ma cosa succede se una persona svolge più attività contemporaneamente?
E come cambia tutto con l’arrivo dei nuovi codici ATECO 2025?
Vediamolo insieme in modo chiaro e pratico 👇
Il regime forfettario in breve
Introdotto nel 2015 (Legge 190/2014), il forfettario è un regime agevolato riservato a chi ha ricavi o compensi inferiori a 85.000 euro l’anno.
Il reddito imponibile non si calcola in base alle spese effettive, ma applicando un coefficiente di redditività che varia in base all’attività svolta:
- 78% per attività professionali (es. consulenti, grafici, medici);
- 67% per attività scientifiche e tecniche;
- 40% per commercio all’ingrosso o al dettaglio;
- 54% per trasporti, alloggi e servizi simili.
A questa base imponibile si applica un’imposta sostitutiva del 15% (o del 5% per i primi 5 anni se si rispettano determinati requisiti).
Il forfettario “multiattività”
La legge consente a chi aderisce al forfettario di svolgere più attività contemporaneamente, anche molto diverse tra loro.
Ad esempio, un professionista potrebbe:
- lavorare come consulente aziendale (78%);
- vendere software o prodotti digitali (67%);
- o gestire una piccola attività commerciale (40%).
In questi casi, è obbligatorio:
- Comunicare tutti i codici ATECO all’Agenzia delle Entrate (entro 30 giorni dall’avvio o ampliamento dell’attività);
- Indicare quale attività è prevalente, ossia quella che genera la quota maggiore di ricavi;
- Aggiornare l’iscrizione alla Camera di Commercio e al Registro Imprese (se si tratta di attività d’impresa o artigianale).
Come si calcola il reddito con più codici ATECO
Quando un contribuente esercita più attività, il reddito forfettario va calcolato per ogni settore con coefficienti diversi:
📍 Esempio pratico:
Un consulente (78%) che gestisce anche un piccolo e-commerce (40%) dovrà:
- calcolare i ricavi della consulenza × 78%;
- calcolare i ricavi dell’e-commerce × 40%;
- sommare i due risultati per ottenere il reddito imponibile complessivo.
Tuttavia, il limite di 85.000 euro di ricavi annui si riferisce alla somma totale delle attività, non a ciascuna singolarmente.
👉 Se il totale supera gli 85.000 euro, si resta nel forfettario solo per l’anno in corso.
👉 Se supera i 100.000 euro, si esce immediatamente dal regime agevolato.
Novità 2025: i nuovi codici ATECO
Dal 2025 entra in vigore la nuova classificazione ATECO 2025, che sostituisce quella del 2007.
Tutti i titolari di partita IVA devono aggiornare i propri codici attività per adeguarsi al nuovo sistema.
📌 Attenzione:
finché non verranno approvati i nuovi coefficienti di redditività, continueranno a valere quelli legati all’ATECO 2007.
In pratica, per ora si aggiorna solo la nomenclatura del codice, mentre il calcolo dell’imposta resta invariato.
Effetti previdenziali: non solo tasse
La scelta dei codici ATECO non incide solo sul piano fiscale, ma anche su quello previdenziale.
Infatti, in base alle attività esercitate, il contribuente può essere tenuto a iscriversi a più gestioni INPS o casse professionali:
- Per attività ordinistiche (avvocati, medici, ingegneri): iscrizione alla Cassa professionale di categoria.
- Per attività non ordinistiche (es. consulenti, informatici): iscrizione alla Gestione Separata INPS.
- Per attività commerciali o artigianali: iscrizione alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS, con contributi fissi annuali.
💡 Se una persona svolge attività miste (es. consulente + commerciante), potrebbe dover versare contributi a più gestioni contemporaneamente, con riflessi anche sulla futura pensione (ricongiunzione o cumulo).
Cosa fare in pratica
- Verifica i tuoi codici ATECO e aggiorna la classificazione 2025.
- Controlla che la tua attività prevalente sia correttamente indicata.
- Se gestisci più attività, tieni sotto controllo il totale dei ricavi per non superare i limiti del forfettario.
- Valuta gli effetti previdenziali: può convenire un’inquadratura più omogenea per semplificare i versamenti.
In conclusione
Il regime forfettario multiattività è una grande opportunità per chi vuole diversificare le proprie entrate senza abbandonare la semplicità fiscale.
Tuttavia, con l’introduzione dell’ATECO 2025, la gestione richiede più attenzione:
una classificazione sbagliata o una mancata comunicazione può generare errori fiscali e previdenziali.
👉 Il consiglio è di affidarsi a un commercialista esperto o a un consulente fiscale per aggiornare correttamente i codici, ottimizzare la tassazione e garantire la conformità alla nuova normativa.











