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Home›Fisco e Contabilità›Prima casa fuori dall’ISEE 2026: cosa cambia davvero (e per chi)

Prima casa fuori dall’ISEE 2026: cosa cambia davvero (e per chi)

By Davide Rattacaso
24 Ottobre 2025
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Dal 1° gennaio 2026 la prima casa sarà esclusa dal calcolo ISEE, ma solo per alcune agevolazioni. Scopri chi ne beneficia, come funziona la nuova franchigia e cosa cambierà davvero per le famiglie italiane.


Una novità dal perimetro ristretto

Dal 1° gennaio 2026 entra in vigore una modifica importante nel calcolo dell’ISEE: la prima casa sarà parzialmente esclusa dal patrimonio immobiliare, ma solo per alcune prestazioni sociali.
La misura, inserita nella bozza della Legge di Bilancio 2026, ha un impatto limitato ma rappresenta comunque un passo nella direzione del sostegno alle famiglie.

L’articolo 47 della manovra introduce due cambiamenti chiave:

  1. un innalzamento della franchigia sulla prima casa;
  2. una revisione della scala di equivalenza per le famiglie con figli.

Nuova franchigia sulla prima casa

Con la riforma, la franchigia che esclude la prima casa dal calcolo ISEE passa da 52.000 a 91.500 euro, con un incremento di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo.
Esempio pratico: una famiglia con due figli potrà escludere fino a 94.000 euro dal valore dell’abitazione principale.

Questo significa che il patrimonio immobiliare peserà meno nel calcolo complessivo, migliorando (in parte) la posizione ISEE delle famiglie proprietarie della casa in cui vivono.


Nuova scala di equivalenza: più valore ai figli

La manovra prevede anche un aggiornamento della scala di equivalenza, cioè il coefficiente che tiene conto del numero di persone nel nucleo familiare:

  • +0,10 per due figli
  • +0,25 per tre figli
  • +0,40 per quattro figli
  • +0,55 per cinque figli o più

Un modo per valorizzare i nuclei più numerosi, migliorandone il punteggio ISEE e facilitando l’accesso ad alcuni bonus.


A chi si applicano le nuove regole

La portata della misura, però, è molto limitata.
Le nuove soglie varranno soltanto per cinque specifiche prestazioni:

  • Assegno di inclusione e supporto per la formazione e il lavoro
  • Assegno unico universale
  • Bonus asilo nido
  • Bonus nuovi nati

Per tutte le altre agevolazioni – come borse di studio universitarie, mense scolastiche, bonus bollette o carta dedicata a te – non cambia nulla: resteranno in vigore le regole ISEE attuali.


Un sistema sempre più complesso

Se da un lato la novità introduce un principio di equità, dall’altro aumenta la complessità del sistema.
Infatti, con queste eccezioni, si rischia di creare più ISEE diversi per finalità differenti, con criteri che cambiano a seconda del bonus richiesto.

Un passo utile ma non risolutivo, che rende ancora più evidente la necessità di una riforma complessiva dell’ISEE, capace di semplificare il sistema e renderlo davvero uniforme per tutti i cittadini.


Cosa cambia in concreto per le famiglie

Per la maggior parte delle famiglie italiane, gli effetti pratici saranno modesti.
La nuova franchigia potrà migliorare leggermente l’ISEE solo in pochi casi, consentendo di rientrare nei limiti di accesso ad alcune prestazioni.

Chi vive in una casa dal valore catastale contenuto, invece, non noterà differenze sostanziali.
Più che una rivoluzione, la misura rappresenta un segnale politico di attenzione verso le famiglie, soprattutto quelle con figli.


Conclusioni: un piccolo passo verso la semplificazione

L’esclusione parziale della prima casa dal calcolo ISEE è una novità utile ma dal raggio limitato.
Segna un passo avanti nella direzione giusta, ma resta lontana da una vera riforma strutturale.

L’Italia ha bisogno di un ISEE più equo, semplice e uniforme, che valorizzi davvero le famiglie e non moltiplichi le regole e le eccezioni.

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