Come scegliere al meglio il proprio mutuo – Quali variabili valutare?

Tra le decisioni di natura economica per la famiglia, il mutuo è forse la più importante. Ma avviene in un contesto sconosciuto alla maggioranza.
QUANTO CHIEDERE
Diverse motivazioni suggeriscono di non limare l’importo all’indispensabile. In primo luogo perché le esigenze finanziarie correlate all’acquisto o alla ristrutturazione di una casa eccedono sistematicamente le aspettative. A quel punto un po’ di liquidità in più farà comodo. Poi va ricordato che il mutuo è il finanziamento meno costoso di tutti, nonché l’unico fiscalmente detraibile. Quindi può essere vantaggioso utilizzarlo anche per estinguere prestiti personali o costituire un fondo che eviti di contrarne in seguito.
LA DURATA IDEALE
Esistono due correnti di pensiero. La prima suggerisce di rimborsare il debito nel più breve tempo possibile, in modo da risparmiare interessi. L’altra introduce un concetto di serena convivenza con il debito, che deve essere lungo per incidere il meno possibile sulla qualità della vita. La valutazione è ovviamente soggettiva, ma la seconda filosofia garantisce maggiore flessibilità: mentre non è consentito richiedere un allungamento del mutuo, è sempre nelle facoltà del debitore effettuare estinzioni parziali di capitale, anche più volte. Sostenendo una rata più bassa correlata ad una durata più lunga potranno essere accumulate delle somme da destinare a questo fine. Assicurandosi così la possibilità di chiudere il debito in anticipo, risparmiando sugli interessi proprio come avverrebbe scegliendo un rimborso originario più corto, ma senza trovarsi costretti a farlo.
TASSO FISSO O TASSO VARIABILE?
Le famiglie preferiscono pressoché sempre i mutui a tasso fisso, che fanno dormire sonni più tranquilli. Qualcuno si è pentito di averli scelti, ma solo perché li aveva stipulati ad un tasso molto alto. Oggi le novità legislative allontanano questo timore; la portabilità del mutuo permette infatti il cambio di contratto senza spese, consentendo in qualsiasi momento il passaggio da una formula fissa ad una variabile. Certo tutto può cambiare: la legge, la disponibilità delle banche ad accettare la portabilità, le opportunità di accesso al credito della famiglia… Allora per stare tranquilli basterà garantirsi un tasso fisso inferiore al 3%. A questo livello il risparmio conseguibile ricorrendo al tasso variabile si assottiglia, facendo prevalere il beneficio della tranquillità procurato dalla certezza di una rata che non cambierà mai.
PARAGONARE LE PROPOSTE
Su un mutuo ventennale a tasso variabile di 100.000 Euro possono esserci fino a 20.000 Euro di differenza tra una banca e l’altra; se è trentennale oltre 30.000!
Quindi la “fatica” di esaminare diverse offerte potrà venire ripagata molto profumatamente. Il sistema di confronto più semplice viene dal paragone del TAEG (detto anche ISC ovvero Indicatore Sintetico di Costo). Questo comodo tasso, puramente virtuale, rappresenta un ottimo rivelatore del costo complessivo del mutuo. Ciò perché congloba in un unico valore sia gli interessi che tutte le spese correlate all’apertura e alla gestione del finanziamento.
FONTE: www.telemutuo.it
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