La trappola dei Titoli di Stato. BTP o ETF diversificato?

Se hai dei risparmi sul conto corrente e vuoi investire in titoli di Stato, devi conoscere la clausola CACS. Si tratta di una disposizione che si applica a molti BTP emessi dopo il 2013 e che permette al Governo di modificare i termini del contratto in caso di ristrutturazione del debito pubblico.
COSA SONO LE CACS?
CACs è l’acronimo di “clausole di azione collettiva”. Queste clausole riguardano la possibilità che, in casi estremi, lo Stato che ha emesso un’obbligazione possa chiedere agli obbligazionisti di accettare il taglio del valore nominale del titolo, oppure la riduzione delle cedole o l’allungamento delle scadenze.
Sostanzialmente con queste clausole l’investitore potrebbe trovarsi nella posizione di partecipare ad un’operazione di ristrutturazione del debito del Paese, operazione finanziaria generalmente molto rischiosa.
Queste clausole fissano quindi alcuni paletti per quanto riguarda le modalità e le condizioni per i casi in cui si dovesse rendere necessaria una ristrutturazione del debito sovrano.
I governi dei Paesi membri dell’UE possono apporle fino al 45% dei titoli di Stato con durata superiore ai 12 mesi, quindi non riguardano le scadenze brevi, come i BOT (buoni ordinari del Tesoro).
Dal 2023 in poi sono inserite in tutti i BTP con durata superiore a 12 mesi.
Anche i BTP Italia ed i BTP Futura emessi in questi ultimi anni sono soggetti a queste clausole.
ALTERNATIVE AI BTP?
Nell’attuale contesto di mercato abbiamo valide alternative di investimento obbligazionario.
Nello specifico, gli Etf obbligazionari a scadenza possono essere gli strumenti adeguati per una corretta strategia di diversificazione.
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