Conto deposito: cos’è, i vantaggi per il risparmiatore e qualche precauzione

Gli italiani sono un popolo di risparmiatori e così, in questo articolo, intendiamo analizzare la questione del ‘conto deposito’, in cosa differisce da un comune conto corrente, perché è vantaggioso e quali sono le precauzioni da prendere.
LE CARATTERISTICHE DEL CONTO DEPOSITO
Un Conto di deposito è un conto corrente bancario, limitato nelle proprie funzionalità, che ha l’unico scopo di fruttare interessi sul patrimonio investito.
Buona parte dei conti di deposito esistenti non hanno costi e prevedono un tasso d’interesse superiore rispetto ai conti correnti tradizionali.
Questi conti prevedono l’obbligatorietà che il sottoscrittore possegga un conto corrente tradizionale presso altra banca o presso lo stesso istituto e che le operazioni da e verso il conto deposito siano limitate al conto corrente collegato (detto conto d’appoggio o conto predefinito).
I titolari del conto possono liberamente depositare liquidi sul conto e prelevare fino al raggiungimento della disponibilità.
In alcuni casi le banche offrono inoltre condizioni di favore se si accetta di vincolare il capitale depositato. In questi casi l’investitore mantiene la possibilità di prelevare il proprio capitale prima della scadenza del vincolo ma generalmente perde il diritto a percepire gli interessi.
Il conto deposito, essendo un conto corrente a tutti gli effetti, sebbene limitato nelle proprie funzionalità, può essere concesso solo dalle banche.
I rischi connessi all’apertura di un conto di deposito consistono nell’eventualità che la Banca possa non essere in grado di prestare fede ai propri obblighi contrattuali, cioè di restituire ai correntisti il capitale depositato e gli interessi contrattualmente previsti (caso di fallimento della banca). In realtà, i rischi per i depositanti sono mitigati dall’obbligo, per tutte le banche operanti nella Comunità Europea, di aderire ad un sistema di garanzia dei depositi che assicuri un livello di garanzia di 100.000 euro per ogni depositante (Direttiva Comunitaria 2009/14/CE).
I RISCHI
Le banche italiane sono obbligate ad aderire al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che garantisce ogni singolo depositante, per le disponibilità risultanti sul conto, sino a 100.000 euro.
In caso di depositi superiori alla garanzia, in caso di fallimento della banca si corre il rischio di non tornare in possesso del capitale eccedente la garanzia (100.000 euro).
E’ corretto comunque evidenziare che il fallimento degli istituti bancari è sempre stato storicamente altamente improbabile.
Al fine di tutelare la stabilità del sistema finanziario infatti le banche devono garantire precise condizioni di sana e prudente gestione e sono sottoposte alla vigilanza della Banca Centrale del Paese di origine, la Banca d’Italia nel caso delle banche italiane.
L’apertura di un conto deposito risulta solitamente piuttosto semplice. Dal momento che la banca non si assume alcun rischio in rapporti di questo tipo, l’apertura del rapporto non è subordinata a processi istruttori o ad analisi della storia di credito.
LE CONDIZIONI PER L’APERTURA
Ovviamente, se si avessero pendenze in corso con una determinata banca, si correrebbe il rischio che questa utilizzasse il conto deposito per compensare i crediti vantati nei confronti del depositante.
Per l’apertura del conto sono solitamente richiesti solamente il codice fiscale, un documento di identità in corso di validità ed almeno un conto corrente tradizionale da utilizzare in qualità di conto predefinito/di appoggio.
LE CONDIZIONI ECONOMICHE
Quando si deve scegliere tra più conti deposito è bene considerare il rendimento effettivo garantito da ciascuno. Ciò consiste nel valutare, per ogni conto, il tasso di interesse promesso, la logica di capitalizzazione degli interessi, le spese da sostenere per il deposito.
Si tratta di un’operazione che a volte può non essere affatto semplice, in quanto ogni conto può prevedere tassi di interesse d’ingresso diversi da quelli garantiti a regime, logiche di capitalizzazione degli interessi differenti, spese diverse. Per questo, la possibilità di utilizzare un parametro unico, il tasso effettivo, per valutare la redditività del conto, semplifica di molto l’operazione di confronto.
Di seguito vengono descritti i vari parametri che concorrono al rendimento effettivo del conto deposito ed il tasso effettivo, che li sintetizza tutti:
- Tasso di interesse: ciascun conto deposito garantisce diversi tassi di interesse. Il tasso di interesse rappresenta il rendimento garantito sul capitale investito. Solitamente le banche comunicano il tasso di interesse lordo, il cui effetto viene ridotto dalle tasse, pari al 26% degli interessi lordi e che verranno detratte direttamente dalla banca al momento della capitalizzazione degli interessi. Nella valutazione degli interessi offerti dai diversi prodotti si deve fare attenzione a tenere in considerazione il peso delle campagne promozionali: spesso ai nuovi clienti vengono offerte condizioni di favore, ma il tasso a regime potrebbe poi essere ridotto anche in modo considerevole. Si deve inoltre sempre tenere a mente che le banche possono, unilateralmente, variare i tassi di interesse offerti. In caso di variazioni sfavorevoli il cliente ha comunque sempre la possibilità di recesso;
- Logica di capitalizzazione: è la modalità con cui vengono corrisposti gli interessi maturati, ossia il momento in cui vengono riconosciuti. Alcuni conti deposito riconoscono gli interessi in date predeterminate, ad esempio a fine anno o fine mese, altri ad intervalli calcolati a partire dalla data di apertura del conto o addirittura nel momento in cui viene effettuato il deposito. Si tratta di un parametro molto importante, in quanto gli interessi maturati possono essere reinvestiti, e quindi impatta sulla redditività effettiva del conto. A titolo d’esempio, un conto che garantisce interessi del 5% da corrispondere ad un anno dal deposito è meno redditizio di un conto che corrisponde sempre il 5% di interessi ma all’apertura stessa del conto;
- Spese: per il mantenimento di un conto deposito, può essere necessario sostenere oneri diversi oltre alle tasse sugli interessi. Molti conti deposito adottano una logica a zero spese, non addebitando nessun costo al cliente. In alcuni casi però è possibile che venga addebitata al cliente l’imposta di bollo o che magari vengano addebitate delle spese iniziali, per l’apertura del conto, o spese periodiche per il mantenimento del conto. Ovviamente tutte le spese da sostenere incidono negativamente sulla redditività finale del conto.
LE OPZIONI DI VINCOLO
Se ci si impegna a vincolare il denaro sul conto per un determinato periodo di tempo, alcuni conti deposito offrono condizioni di favore, come ad esempio tassi di interesse più elevati o il pagamento anticipato degli interessi. In caso di vincolo si ha sempre la possibilità di prelevare il proprio denaro dal conto, ma in genere si perde il diritto a percepire gli interessi per il periodo in cui il denaro è stato depositato sul conto.
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