intelligenza emotiva: e se le emozioni fossero la chiave del successo?

Servono a ben poco un cervellobrillante ed un elevato quoziente intellettivo se non si comprende l’empatia, se non si leggono le emozioni proprie e degli altri, se si è stranieri per il proprio cuore e apolidi di quella coscienza sociale in cui imparare a connettere, a gestire la paura, ad essere assertivi.
Inserita tra le prime 10 competenze richieste entro il 2020 dal World Economic Forum, ricercata dai recruiter e incoraggiata dagli imprenditori: l’intelligenza emotiva riveste sempre più importanza nella vita di ogni giorno.
Secondo gli esperti questa qualità è vitale per la carriera ed esserne dotati è addirittura più importante rispetto a possedere un alto quoziente intellettivo: la maggior parte delle persone di successo infatti possiede un buon livello di IE.
MA CHE COS’E’ L’INTELLIGENZA EMOTIVA?
Lo psicologo di fama mondiale Daniel Goleman la definisce come la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri e di saper gestire le emozioni in modo efficace.
Goleman spiega, attraverso il suo libro “ intelligenza emotiva “, che consiglio vivamente, che il suo approccio all’intelligenza emotiva prevede quattro dimensioni di base:
- La prima è l’auto-coscienza, e fa riferimento alla nostra capacità di comprendere quello che sentiamo e di restare attaccati ai nostri valori, alla nostra essenza.
- Il secondo aspetto è quello dell’auto-motivazione e della nostra abilità di orientarci verso le nostre mete, di recuperare i contrattempi, di gestire lo stress.
- La terza ha a che vedere con la coscienza sociale e con l’empatia.
- La quarta dimensione è senz’altro la pietra filosofale dell’Intelligenza Emotiva: la nostra capacità di relazionarci per comunicare, raggiungere accordi e creare connessioni positive e rispettose con gli altri.
PENSI DI ESSERE DOTATO DI INTELLIGENZA EMOTIVA?
Probabilmente sì, se ti riconosci nelle affermazioni in basso.
- Sono cosciente dei miei punti di forza e debolezza
Conoscersi è la prima pratica fondamentale legata all’intelligenza emotiva. È indispensabile sapere chi si è, avere trovato il tempo per esplorarsi, e non temere le proprie mancanze né le proprie doti. - Sono in contatto con la mia interiorità
Non sono un mistero a me stesso. Sono cosciente di quanto mi fa arrabbiare o mi rende felice. Non mi nego la possibilità di provare sentimenti anche scomodi ma so anche come dominarli. - Gestisco lo stress
Se non è (troppo) complicato gestire lo stress sei probabilmente anche un buon leader: la nostra capacità di portare a termine grandi imprese e tagliare grandi traguardi si regge in larga parte su un’alta soglia di resistenza alla frustrazione. - Penso in grande, ma anche in piccolo
È essenziale porsi sia obiettivi di breve che di lungo termine. I primi servono a darci una grande spinta, a guardare al di là del nostro naso. I secondi a tenerci ogni giorno sui nostri piedi, ricordando che la cima di una montagna sembra sempre irraggiungibile dal basso. - Sono motivato
Ci sentimenti in grado di portarci lontano: possono essere ambizione, desiderio, bisogno. Non importa di cosa si tratti purché si tratti di emozioni nobili, passibili di soffiare vento nelle nostre vele e dunque di motivarci - Amo ascoltare
Si chiama «ascolto attivo»: non sto fermo a sorbirmi quanto mi dice qualcuno ma rielaboro quel che sento, pongo domande e approfondisco. Entro, in quattro parole, nel mondo dell’altro. Solo usando le orecchie. - Provo genuino interesse nei confronti delle persone
Voglio capire, empatizzare, comprendere, migliorare la vita dell’altro calandomi nei suoi panni e possibilmente trovando soluzioni originali per prestargli aiuto qualora richiesto.
L’INTELLIGENZA EMOTIVA SI PUO’ APPRENDERE E PUO’ ESSERE MIGLIORATA
Sia nel suo libro Intelligenza Emotiva (1995) che in quello Intelligenza Sociale (2006) l’autore ci spiega che parte di questa capacità risiede nella nostra epigenetica. In altre parole, è possibile attivarla o disattivarla a seconda dell’ambiente emotivo e sociale nel quale si cresce e si viene educati.
“Nel migliore dei casi, sembra che il QI rappresenti solo il 20% dei fattori determinanti per il successo”
-Daniel Goleman-
Tuttavia, e qui risiede l’autentica magia, l’Intelligenza Emotiva risponde a quell’elasticità cerebrale dove qualsiasi stimolo, pratica continuata o apprendimento sistematico porta a dei cambiamenti, costruisce connessioni e nuove aree che incrementano la competenza in ciascuna delle 4 dimensioni segnalate.
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